Indici Usa

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view post Posted on 9/8/2007, 16:15




Mercati USA in ribasso. Ancora timori sul mercato del credito

Dopo un’ora dall'apertura delle contrattazioni i listini statunitensi sono negativi. Il Nasdaq perde lo 0,25%, il Dow Jones l’1,05% e lo S&P500 l’1,20% rispetto alle relative chiusure di ieri sera.

Ad indebolire le piazze azionarie del paese a stelle e strisce sono le marcate discese dei mercati europei (CAC40 -2,30%, DAX30 -2%, FTSE100 -1,75% e S&P/Mib -1,15%) dopo la notizia che la banca francese BNP Paribas ha congelato tre fondi che investono in Asset backed securities, a causa dei problemi nel mercato statunitense dei mutui subprime (ovvero a forte rischio di insolvenza).

In ribasso, quindi, le società del settore finanziario (Morgan Stanley -3,90%, Lehman Brothers -3,20%, Citigroup -3%, Bear Stearns -2,85%, Goldman Sachs -2,60%, JPMorgan Chase -1,95% e Bank of America -1,90%).

Sono da segnalare inoltre le pesanti perdite di Home Depot (-5,75%) dopo aver comunicato che potrebbe essere rivisto al ribasso il prezzo di vendita (10,3 miliardi di dollari) della sua controllata per le forniture.

L’andamento dei mercati azionari USA non sembra essere stato particolarmente influenzato dalla pubblicazione dei dati macroeconomici. Nel primo pomeriggio il Dipartimento del Lavoro ha reso noto che le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono saliti a 316 mila unità, leggermente superiori alle attese degli analisti che si aspettavano un valore di 310 mila unità.

Tra le altre azioni peggiori del listino Dow Jones troviamo: Exxon Mobil -2,60%, Alcoa -2,25%, American Express -2% e Hewlett-Packard -1,90%.

 
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view post Posted on 9/8/2007, 18:58




La crisi dei mutui subprime spaventa ancora le Borse. La Fed e la Bce immettono liquidità extra sul mercato: basterà a risollevare le sorti dell’azionario?

Volatilità e incertezza continuano a rappresentare i due ingredienti principali dell’estate per i mercati azionari che non dopo aver regalato nelle ultime ore l’illusione di aver ritrovato la via dei guadagni, sono tornate quest’oggi a perdere posizioni. L’ondata di vendita che ha colpito i listini del Vecchio Continente sta contagiando anche le piazze d’oltreoceano, dove gli indici si muovono tutti in flessione, fermando così il buon recupero messo a segno nelle ultime tre giornate.
A seminare incertezza tra gli operatori sono state le rinnovati preoccupazioni per la difficile situazione del mercato del credito, che sembravano sopite nella prima metà della settimana, ma prontamente si sono risvegliate, mettendo in subbuglio i mercati. Questa volta però la scintilla è partita dall’Europa, con la notizia arrivata questa mattina dalla francese BNP Paribas che ha deciso di sospendere tre dei suoi fondi che investono sul mercato americano dei subprime, una mossa dettata dall’intenzione di proteggere l’interesse e l’uguaglianza dei sottoscrittori.
Alle cattive notizie arrivate dal gruppo d’Oltralpe, si sono aggiunte altre preoccupazioni, legate merchant bank olandese NIBC che ha rinviato per la seconda volta la sua IPO. Un primo posticipo c’era stato già a marzo in conseguenza della volatilità del mercato azionario, ma il problema della sospensione è ora un altro ed è legato alle perdite, superiori a 137 milioni di euro, riportate dai suoi fondi Abs nei mercati americani dei mutui subprime. E le prospettive sono tutt’altro che buone, visto che la banca di investimento si attende ulteriori perdite sul book dei suoi fondi Abs.
E’ facile capire che il problema dei mutui ad alto rischio di insolvenza, non solo non è stato affatto dimenticato, ma rischia di estendersi in maniera più o meno significativa anche ad altre aree geografiche al di fuori dei confini americani.
E tanto basta per alimentare nuovi timori tra gli investitori, che vedono aumentare l’avversione al rischio, come ampiamente dimostrato dall’andamento dei listini azionari, che sono ritornati saldamente nelle mani dei ribassisti. L’attuale situazione del mondo del credito però non spaventa solo i mercati, visto che qualche timore è stato palesato anche dalle Banche Centrali. Martedì scorso la Fed si è limitata in realtà solo ad evidenziare le
condizioni più severe dell’acceso al credito, tanto per le famiglie quanto per le imprese, mentre stamattina la Bce si è soffermata sulle tensioni che si registrano sul mercato monetario.
Ma le autorità delle due opposte sponde dell’Atlantico non si sono limitate solo ad osservare senza agire, visto che un primo intervento per tamponare almeno in parte la situazione è stato deciso da entrambe. Oggi la Federal Reserve ha effettuato un’operazione di rifinanziamento pronti contro termine della durata di 14 giorni, tramite un’iniezione di liquidità per 24 miliardi di dollari. Una mossa che in realtà segue quella della scorsa settimana, quando un analogo intervento era stato realizzato ma per un importo inferiore, con un’assegnazione di 5 miliardi di dollari.
Altrettanta attenzione alla crisi è stata però riservata anche nel Vecchio Continente, tanto che la BCE ha deciso oggi di immettere liquidità sul mercato per quasi 95 miliardi di euro, accettando così tutte le richieste arrivate dalle varie banche. L’operazione, che rappresenta la maggiore degli ultimi sei anni dopo quella da 70 miliardi di euro risalente al post attentato del 2001 contro le torri gemelle americane, ha come obiettivo quello di assicurare condizioni ordinarie sul mercato monetario.
La mossa della BCE non è riuscita tuttavia a risollevare le sorti dei listini che hanno terminato gli scambi in pesante flessione, complice anche l’arrettramento delle piazze d’oltreoceano. Non mancano infatti alcune perplessità in merito alla modalità di intervento della Bce che rifinanziato indistintamente il mercato interbancario. Sarebbe stato preferibile assistere a dei sostegni mirati alle banche che ne avevano reale necessità, visto che la strada seguita potrebbe anche indurre a pensare che ci si trovi di fronte ad uno stato di crisi generale.
Al momento tuttavia non si registra una vera e propria situazione da panico, tanto che l’agenzia Standard & Poor’s si è detta fiduciosa sulla capacità delle banche d’affari americane di mantenere la loro redditività nel lungo periodo, sebbene non si possano trascurare i danni che deriveranno dall’attuale crisi dei mutui subprime. I grandi gruppi americani però sono molto solidi e generalmente hanno una buona protezione da queste turbolenze del mercato, ragion per cui nessuno di loro dovrebbe essere danneggiato
 
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view post Posted on 14/8/2007, 22:01




Nuovo scossone a Wall Street: chiusura in netto calo. Wal-Mart e Home Depot sotto scacco, crolla Garmin al Nasdaq


Giornata decisamente negativa per la piazza azionaria americana che ha dovuto fare i conti quest’oggi con un altro duro colpo dei ribassisti, portando i listini a concludere gli scambi sui minimi di giornata. In seguito ad un avvio incerto, ma che ha visto gli indici tentare di imboccare la via del rialzo, il mercato ha subito cambiato direzione di marcia, posizionandosi in territorio stabilmente negativo, con una progressiva accelerazione nel finale. Gli operatori hanno praticamente ignorato i dati macro arrivati oggi, che hanno visto i prezzi alla produzione salire più delle attese, unitamente ad un netto miglioramento della bilancia commerciale che a giugno si è contratta a sorpresa restituendo un saldo negativo di poco superiore ai 58 miliardi di dollari rispetto ai 61 attesi. Indicazioni che però non hanno offerto alcun sostegno ai listini, nuovamente preoccupati dalla crisi dei mutui subprime, sulla scia di nuove cattive notizie che sono arrivate nel corso della giornata. La Fed ha deciso da parte sua di non intervenire quest’oggi con un’ulteriore iniezione di liquidità ma questa mossa, che avrebbe dovuto indicare una fase in via di normalizzazione per il mercato monetario, non ha aiutato in alcun modo il mercato.
A pesare sull’andamento odierno hanno contribuito anche alcuni deludenti risultati trimestrali, che hanno risvegliato i timori sul rallentamento dell’economia a stelle e strisce e hanno riportato in primo piano il tema caldo della frenata del mercato immobiliare.
Tanto è bastato per deprimere i listini che si sono presentati al suono della campanella con un bilancio decisamente pesante. Il Dow Jones si è fermato ad un passo dalla soglia dei 13.000 punti, con un calo dell’1,57%, ma le perdite sono state ancora più ampie per l’S&P500 che ha lasciato sul parterre l’1,82%. In deciso calo anche il Nasdaq Composite che viene fotografato sui minimi odierni a 2.499,12 punti, con una flessione dell’1,7%, dopo aver segnato un massimo a 2.552 punti.

Tra i titoli del Dow Jones, finisce nel mirino dei ribassisti Wal-Mart che arretra di oltre cinque punti, nonostante la buona trimestrale che ha visto i ricavi crescere oltre le previsioni a 93,01 miliardi di dollari, a fronte di un utile netto in linea con le attese a 0,76 dollari. Ad appesantire il titolo ha contribuito il profit warning lanciato sul trimestre in corso, per il quale la società ha abbassato la forchetta indicata per l’eps operativo.
Non è andata meglio ad Home Depot che ha chiuso gli scambi con una flessione del 4,74%, sulla scia della deludente trimestrale che ha visto calare utili e fatturato nel secondo trimestre. Nonostante in entrambi casi siano state battute le attese della comunità finanziaria, i dati sono stati interpretati come un chiaro segnale del rallentamento del settore immobiliare.
In difficoltà anche i titoli finanziari, con American Express in discesa del 3,11%, seguito da Citigroup che ha perso l’1,76%, non diversamente da Jp Morgan che ha chiuso in ribasso dell’1,13%.

Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, riescono a muoversi in controtendenza Nvidia Corporation, con un rialzo del 4,02%, insieme a Biogen e ad Amgen che salgono rispettivamente dello 0,88% e dello 0,49%.
In flessione Intel e Microsoft, con un calo dello 0,75% e dell’1,12%, ma è ancora più pesante il bilancio per Amazon.com che scende del 2,04%. Apple lascia sul parterre il 2,72%, mentre Yahoo cede il 3,46%, ma i ribassisti si sono accaniti con più decisione su Garmin che ha registrato un vero e proprio crollo di quasi 8 punti, complici anche le prese di beneficio dopo la corsa realizzata dal titolo nelle ultime settimane.

 
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view post Posted on 29/8/2007, 09:15




Roma, 29 ago - Giornata nera per Wall Street che ha messo nuovamente sul piatto oltre il 2%, scontando l'indebolimento del sentiment dei consumatori e le grandi incertezze relative allo stato del mercato immobiliare. La crisi dei mutui subprime ha travolto i prezzi delle case, che evidenziano una forte contrazione. A deprimere l'umore il calo della fiducia dei consumatori sui livelli minimi da agosto del 2006. Le minutes della FED, pubblicate in serata, hanno aggiunto un certo malumore, segnalando che la banca centrale statunitense aveva già preso in considerazione l'ipotesi di un taglio dei tassi nella riunione del 7 agosto scorso. A fine giornata l'indice Nasdaq ha lasciato sul terreno il 2,37% a 2.500,64 punti, mentre lo S&P 500 ha ceduto il 2,35% a 1.432,36 punti ed il Dow Jones il 2,52% a 13.041,85 punti.
L'offerta ha caratterizzato il settore delle banche, sempre sui timori per la crisi dei mutui subprime. Inoltre, Merrill Lynch ha deciso di abbassare la raccomandazione di alcuni titoli del settore finanziario Usa, come Citigroup, Lehman Brothers e Bear Stearns, che hanno sehgnato performance fortemente negative. Giù anche le azioni della State Street, che secondo un articolo del Times avrebbe un'esposizione di 22 miliardi di dollari ai "conduit" (veicoli finanziari extra-bilancio). Giornata positiva invece per il retail Home Depot, dopo aver abbassato il prezzo di vendita della controllata HD Supply da 10,5 a 8,5 miliardi di dollari.
 
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3 replies since 9/8/2007, 16:15   1098 views
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