Teorema:
Ipotesi:A possiede un bene che vende a B
Tesi: C lo riacquista da B, ma i costi gravano su A
Dimostrazione (di un’occhiuta rapina)
L’ex sindaco di Roma, al fine di giustificare l’operazione immobiliare e finanziaria della c.d. “Cittadella dello sport giallorossa” sui terreni di Torrevecchia (progetto del tutto pretestuoso e, soprattutto virtuale, come cercherò di dimostrare in una prossima puntata) rilevava che “poiché le società calcistiche hanno come capitale solo quello dei calciatori, diventava necessario e doveroso che l’amministrazione comunale contribuisse alla creazione di un capitale immobiliare di proprietà della A.S. Roma”.
In realtà, l’allora Sindaco dimenticava che l’A.S. Roma un capitale immobiliare iscritto a bilancio sino ad un paio di mesi prima ce l’aveva avuto, eccome.
Mi riferisco al Centro Sportivo di Trigoria, altrimenti detto “Fulvio Bernardini”, nato e cresciuto sotto la Presidenza del compianto ing. Dino Viola e consegnato da questi al patrimonio della Roma e dei suoi tifosi.
Fatto si è che il 28 dicembre 2005 l’A.S. Roma (o meglio,la Famiglia) aveva ceduto Trigoria a Banca Italease (quella di Coppola, per intenderci) per la somma di 30 milioni.
Lo stesso giorno l’azionista di maggioranza, Roma 2000 Srl, attraverso la controllata As Roma Real Estate aveva sottoscritto con la Italease un contratto di leasing finanziario di 15 anni sull’immobile. La Real Estate ha poi sottoscritto con la Roma un contratto di locazione del centro sportivo per sei anni, più altri sei, per un canone annuo di 3,7 milioni (IVA esclusa).
In particolare, secondo quanto si legge nella Relazione semestrale up date FIGC in data 10 maggio 2007 “l’A.S. Roma ha alienato il Complesso Immobiliare di Trigoria alla società Banca Italease SpA ad un prezzo pari a 30 milioni di euro, definito sulla base di apposita perizia redatta da un esperto indipendente. Contestualmente, l’azionista maggioranza Roma 2000 Srl, ha sottoscritto, per mezzo della sua controllata A.S. Roma Real Estate Srl, un contratto di leasing finanziario di durata pari a 15 anni avente ad oggetto il medesimo Complesso Immobiliare, che prevede un’opzione a favore di A.S. Roma Real Estate per il riscatto al termine della durata del contratto di finanziamento; pertanto, il debito relativo al contratto di leasing è in capo alla stessa A.S. Roma Real Estate (sic!! n.d.r.). L’A.S. Roma e l’A.S. Roma Real Estate Srl hanno poi sottoscritto un contratto di locazione per l’utilizzo da parte della Società del Complesso Immobiliare per una durata di 6 anni (più altri eventuali 6 anni […]; tale contratto prevede il pagamento di un canone complessivo annuo pari a 3,7 milioni di Euro, oltre IVA.”
Con questa operazione la Famiglia ne consegue indiscutibili vantaggi.
Infatti:
1) tra 15 anni, l’As Roma Real Estate (ovvero Roma 2000 ovvero Italpetroli) al termine del contratto di leasing, avrà facoltà di riscattare (acquistare) il Complesso Immobiliare, sostituendosi alla Roma nella proprietà dello stesso.
Ergo: Trigoria è uscita dal patrimonio, economico e morale, della Roma per entrare nel futuro in quello di Italptroli.
2) questa espropriazione forzata è paradossalmente finanziata proprio dall’espropriato (cioè la Roma): in effetti, il canone periodico, previsto dal contratto di leasing stipulato tra Banca Italease e l’As Roma Real Estate è di fatto pagato dalla Roma mediante il versamento del canone di affitto annuale, cui quest’ultima è tenuta a seguito del contratto di affitto stipulato con l’ As Roma Real Estate.
Ergo: la Roma, paga il prezzo del riscatto. Ovvio. È un ostaggio di Italpetroli.
3) Al danno infine si aggiunge la beffa. Nello Stato patrimoniale del bilancio, sotto la voce “Immobilizzazioni”, la Roma non può più iscrivere il Centro sportivo di Trigoria.
In compenso, nel Conto Economico i suoi costi risultano aumentati di circa 4,7 milioni l’anno (IVA inclusa).
Come volevasi dimostrare.
È il Progetto. E così sia.
Tratto da
http://leonida.forumcommunity.netEdited by gain+ - 23/9/2008, 22:11
